LUCIA COCO
In prima linea contro epidemie e pandemie
La cosa importante in questo lavoro è la componente umana
Lucia Coco ha vissuto in prima persona l’emergenza dell’epidemia di colera che colpì la città di Napoli nel 1973. Questa esperienza si è rivelata estremamente difficile e impegnativa ed è stato un punto di riferimento per la gestione delle epidemie e pandemie, da quella di Aids nel 1982 al Covid-19.
La sua esperienza iniziò con un richiamo d’urgenza dal servizio, mentre era in ferie, a causa dell’emergenza sanitaria. Fu vaccinata “di corsa” per affrontare l’imminente sfida, che coinvolse tutto il sistema sanitario locale.
All’arrivo in ospedale, la situazione era critica, come lei stessa ricorda:
«Formammo dei gruppi di infermieri e di ausiliari per i primi soccorsi ai pazienti. Di fronte a persone con un grave stato di disidratazione e collasso, non era solo la malattia a richiedere cura, ma anche il conforto umano per persone che avevano lasciato le loro case e famiglie, rendendo l’accoglienza un aspetto cruciale».
L’epidemia fu accompagnata da un’importante campagna vaccinale e da una significativa copertura mediatica. Lucia Coco ricorda quell’esperienza come incredibilmente impegnativa, non solo dal punto di vista organizzativo e assistenziale, ma anche emotivo.
«Nel 1982, quando incominciarono a venire i primi pazienti con l’Aids, furono accolti con molta più consapevolezza da parte del personale perché noi a quell’epoca, avendo già a che fare con malattie trasmissibili con il sangue avevamo a disposizione, cosa che non era non era stata con il colera, dispositivi di protezione sia individuale che collettivi».
Storie di infermieri
GUARDA TUTTI I VIDEOSolleciterei i giovani: è una professione ricca dal punto di vista umano, dal punto di vista professionale che richiede tante virtù. Oggi non si usa più dirlo. Ma soprattutto li solleciterei a farla con passione, perché questo serve ai malati. Io ce l’ho messa tutta
ROSiNA CORVI