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1971. L’INGRESSO DEGLI UOMINI NELLA PROFESSIONE INFERMIESRISTICA

La legge 124 del 1971 sancisce l’ingresso degli uomini nella professione infermieristica, rompendo secoli di esclusività femminile

Aula anni 70 con un uomo in prima fila

L’Accordo di Strasburgo sull’uniformazione della formazione infermieristica europea, approvato nel 1967, richiedeva l’abolizione di alcune barriere di accesso alla professione e, più tardi, la revisione dei programmi infermieristici.  Tra le barriere da rimuovere figurava indubbiamente quella dell’esclusione degli uomini dalla professione infermieristica.

L’ingresso degli uomini nella professione determinò anche alcuni cambiamenti dei percorsi formativi, a cominciare dai convitti che abrogarono l’internato per i nuovi allievi.

Fino al 1971 (Legge 124 del 25 febbraio 1971) infatti gli uomini potevano svolgere solo la professione di infermiere generico, statuita nel 1927 e con percorso formativo legiferato nel 1954.

Il lavoro infermieristico, visto come “ausiliario” e “vocazionale”, era sempre stato giudicato particolarmente adatto alle donne e alle religiose, che per molti anni costituirono la maggioranza del corpo infermieristico.

Ma le crescenti pressioni sindacali della fine degli anni Sessanta, i bisogni degli ospedali che nel 1969 ebbero le proprie piante organiche, i principi di parità della Costituzione nazionale ed europea portarono all’apertura delle Scuole per gli uomini a partire dall’anno scolastico 1972/73.

Per moltissimi infermieri generici si aprì così un percorso di riqualificazione professionale teso a ottenere il titolo atteso.

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