1974. GLI INFERMIERI E IL MANSIONARIO
La riforma del Servizio sanitario, che vede la luce nel 1978 con l’approvazione della Legge 833, è preceduta da un periodo preparatorio in cui si pone mano al riordino delle professioni sanitarie.

Con il Dpr 225/74, l’infermiere acquista una propria caratterizzazione professionale, il riconoscimento di una certa autonomia operativa e precise responsabilità relative alle attività individuate dal legislatore come specifiche. Il testo è però destinato a invecchiare ben presto poiché siamo nel periodo del boom tecnico scientifico in sanità e molte prestazioni tendono a essere superate di continuo dai progressi della tecnica e della ricerca. Solo negli anni successivi la comunità professionale maturerà la consapevolezza che l’identità di un professionista non possa essere racchiusa in un compito.
La riforma del Servizio sanitario, che vede la luce nel 1978 con l’approvazione della Legge 833, è preceduta da un periodo preparatorio in cui si pone mano al riordino delle professioni sanitarie.
Già nel 1974 a definire il campo delle attività e le competenze degli infermieri interviene il Dpr 225, il cosiddetto “mansionario”, che modifica le precedenti norme di regolamentazione della professione risalenti al lontano 1940.
Nel complesso, il mansionario viene accolto con favore dagli organismi di rappresentanza della professione che, pur sottolineandone alcune contraddizioni, al momento dell’emanazione lo considerano una tappa importante del processo di evoluzione dell’assistenza infermieristica.
Al tempo, il superamento delle tecniche infermieristiche precedentemente statuite, l’introduzione delle metodologie e dei piani di assistenza infermieristica, il rilievo sui “tempi e metodi” delle organizzazioni, furono processi innovativi considerati positivamente.
Nel 1940 il mansionario era un mero elenco senza definizioni di ruolo. Il nuovo decreto presidenziale introduce alcuni elementi necessari soprattutto alla riforma ospedaliera del 1968. In particolare, l’assistito non è più visto solo come un malato con dei problemi clinici, ma come una persona che esprime bisogni psichici, fisici e sociali.
Vengono presi in considerazione gli aspetti relazionali dell’attività infermieristica, il campo di attività infermieristica viene esteso dall’ospedale ai servizi di sanità pubblica e ai settori della prevenzione, della cura, della riabilitazione e dell’assistenza sanitaria. Viene riconosciuto il ruolo didattico dell’infermiere in rapporto all’assistito e alle famiglie, ma anche nei confronti di altri operatori e degli allievi ed è attribuito valore alla pianificazione assistenziale.
Storie di infermieri
GUARDA TUTTI I VIDEOCiò che mi piacerebbe dire a chi intraprende la carriera infermieristica,
oggi, è che fa uno dei lavori più belli del mondo perché è più in linea con i bisogni della gente di oggi
Edoardo Manzoni