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2020. IL COVID

La pandemia di COVID-19 in Italia è iniziata il 30 gennaio 2020 ed è terminata ufficialmente il 5 maggio 2023 a seguito della dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I professionisti sanitari, infermieri, medici, personale socio-sanitario, per settimane sono stati al centro dell’opinione pubblica, a tratti celebrati come “eroi” in quanto in prima linea sul fronte dell’emergenza sanitaria che ha travolto il Paese, pur avendo svolto in realtà il lavoro che caratterizza la loro professione e il loro impegno deontologico-morale.

La pandemia di COVID-19 in Italia è iniziata il 30 gennaio 2020 ed è terminata ufficialmente il 5 maggio 2023 a seguito della dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I primi due casi italiani della pandemia, relativi a due turisti provenienti dalla Cina che sono risultati positivi al virus SARS-CoV-2, sono del 30 gennaio 2020. Un focolaio di infezioni, con una successiva crescita esponenziale, è stato poi rilevato il 21 febbraio 2020 a Codogno, in Lombardia.


Al 9 febbraio 2023 i casi positivi registrati sono stati 25.519.067, tra cui 25.135.458 dimessi e guariti (il 99% dei casi chiusi), 187.551 deceduti – di cui 90 infermieri -, 196.058 casi attivi, rendendo l’Italia l’8° Paese al mondo e il 3º in Europa per numero di casi totali e il 3º in Europa per numero assoluto di decessi.
Al 18 aprile 2022 49.823.794 persone (84.08% della popolazione totale e 86.43% della popolazione oggetto della campagna vaccinale) hanno completato la vaccinazione anti COVID-19, mentre 39.165.776 persone (66.09% della popolazione totale) hanno ricevuto anche la terza dose (dose aggiuntiva di richiamo).

L’emergenza Covid ha messo drammaticamente in evidenza le carenze del nostro SSN, ma anche la sua capacità di fronteggiare l’emergenza. Di fronte a una crisi sanitaria senza precedenti, con gravi carenze organiche di professionisti sanitari e materiali di approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, il mondo sanitario ha reagito mettendo in campo la volontà, la professionalità e il lavoro delle risorse umane che lo compongono.

“La pandemia ha evidenziato le difficoltà a garantire l’esigibilità della salute per tutti, così come definita dalla nostra Costituzione – ha dichiarato Mangiacavalli in occasione della terza Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, celebrata il 18 marzo 2023 – ma nonostante questo, grazie alle sue donne e ai suoi uomini, il Servizio sanitario nazionale ha continuato a fare la propria parte per garantire il diritto alla salute. Prima di ogni azione, prima di ogni intervento, prima di ogni diagnosi, prima di ogni terapia, prima di ogni atto, i nostri operatori sanitari e sociali tutti, hanno lottato per il diritto alla salute. Diritto che deve restare l’unico e solo faro di tutte le scelte di organizzazione e programmazione dell’assistenza, anche nel rispetto dovuto a chi finora ha perso la vita nella pandemia e a chi ha cercato di non lasciare solo mai nessuno”.

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