Gli anni Sessanta
La parola forse più identificativa degli anni Sessanta è boom: economico, tecnico, scientifico, culturale e sociale. Un decennio che desidera rompere con i paradigmi del passato e aprire nuove frontiere. I Beatles irrompono sulla scena con un nuovo modo di concepire la musica. È il tempo della generazione hippies e i movimenti studenteschi puntano a scuotere equilibri precostituiti. Il primo uomo sbarca sulla luna e il DNA viene definitivamente svelato dalla scienza. La tecnica entra nella vita quotidiana di ciascuno e pervade ogni attimo della giornata.
Pur in fermento, il mondo è sempre più diviso politicamente. In occidente Martin Luther King dona un sogno all’America del Nord e in Sudafrica viene incarcerato Nelson Mandela; ad Oriente inizia la costruzione del Muro di Berlino e si soffoca la Primavera di Praga. È il decennio delle rivoluzioni dell’America Latina, che hanno il loro simbolo in Che Guevara, ma anche delle violente repressioni del cambiamento nella Cina di Mao.
Anche in Italia gli anni Sessanta sono il decennio dei giovani e della voglia di cambiamento. È in questa crisi che cresce l’idea di sovvertire il potere attraverso stragi e terrorismo. Nel 1969, a Milano, con la strage di Piazza Fontana si inaugura una nuova triste stagione per il nostro Paese.
Nel 1966 Firenze viene colpita da una devastante alluvione , a cui il Paese risponde mobilitandosi in una straordinaria gara di solidarietà.
LA SANITÀ
Tecnica e tecnologia fanno il loro ingresso nel mondo della Sanità. Nel 1968 Barnard sperimenta con successo il primo trapianto di cuore suscitando nell’opinione pubblica di tutto il mondo un grande interesse.
Nel 1968 lo Stato italiano propone una definitiva e organica riforma ospedaliera (Legge 132/68) quale atto di riclassificazione dei nosocomi, definizione delle piante organiche, affermazione delle figure professionali. Gli ospedali da enti caritatevoli si trasformano in enti pubblici che devono fornire assistenza gratuita a chiunque ne abbia bisogno. Risulta comunque difficile distribuire in maniera equa i posti letto in tutte le Regioni d’Italia.
QUESTIONE INFERMIERISTICA
Pur essendo già previsti dal 1940 (Legge 1098/40), i corsi di specializzazione nell’assistenza infermieristica, si sviluppano soprattutto negli anni Sessanta a partire dall’Anestesia e rianimazione e Camera operatoria. L’attività sindacale, che approderà all’approvazione del nuovo Statuto dei lavoratori (Legge 300/70), comincia a spingere l’idea di “infermiere unico” con riqualificazione di tutte le figure subordinate versus l’infermiere diplomato.
Nel 1967, a livello europeo, con l’Accordo di Strasburgo vengono identificati i nuovi programmi condivisi di formazione europea, ratificati in Italia nel 1973. Saranno la base dell’esercizio professionale europeo in tutti i Paesi fondatori dell’Unione.
Il 15 febbraio 1959 il Comitato centrale della Federazione Ipasvi comincia a discutere della necessità di mettere a punto un Codice deontologico infermieristico: il primo Codice sarà pronto l’anno successivo, nel 1960. Una conquista importante che rappresenta un passo avanti nella costruzione dell’identità professionale, soprattutto nel rapporto con le altre professioni sanitarie.
La Federazione dei Collegi Ipasvi indice il suo I Congresso nazionale, a Roma dal 31 maggio al 2 giugno del 1965. La sede scelta per la cerimonia inaugurale è il Palazzo degli Uffici all’Eur e registra la partecipazione di tutte le “massime autorità religiose, militari e civili”, come raccontano i giornali dell’epoca.
Anche se le fotografie sembrano raccontarci una realtà molto rigida e formale, il discorso di apertura dell’allora presidente Laura Sterbini Gaviglio non è affatto rituale: ripercorrendo le tappe dei dieci anni di vita dei Collegi, sottolinea tutte le difficoltà con le quali la professione si deve confrontare: dalla mancanza di scuole statali e gratuite per la formazione, ai problemi di inquadramento contrattuale, alla più generale difesa della dignità della professione infermieristica, concludendo con l’affermazione di essere ormai in tempi “maturi per il raggiungimento di un sistema di sicurezza sociale”.
È in questo decennio che la formazione infermieristica ha accesso all’università. L’Università La Sapienza di Roma, nel 1965, istituisce la prima Scuola diretta a fini speciali per Dirigenti dell’Assistenza Infermieristica seguono l’Università Cattolica di Roma e Milano.
Nel 1969 si tiene il II Congresso nazionale della Federazione dei Collegi Ipasvi.
La Federazione attraverso il notiziario (1965 e 1966-1970) incrementa l’impegno a informare gli iscritti delle proprie attività.
Cominciano a consolidarsi un desiderio di associarsi per gli infermieri per coltivare ciò che unisce e aprire territori di lavoro per progettare il futuro.