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1980. IL TERREMOTO IN IRPINIA

Il Paese faceva fatica a riprendersi dal terremoto friulano del 1976 e una nuova catastrofe appariva all’orizzonte.

Il 23 novembre 1980 un terremoto di magnitudo 6.9 colpisce una vasta area della Campania, della Basilicata e marginalmente della Puglia, causando 2.734 vittime. Sono gravemente colpiti 688 Comuni, metà dei quali registra la perdita dell’intero patrimonio abitativo. Le scosse sismiche provocano anche numerose frane; manca la luce, saltano le linee telefoniche e le linee ferroviarie, si interrompono le comunicazioni tra le zone terremotate e il resto del Paese. La popolazione, cercando di fuggire in preda al panico, blocca le principali arterie stradali. 
Ma la gravità della situazione si percepisce solo nei giorni successivi, quando la Tv propone le prime tragiche immagini delle persone che scavano a mani nude tra le macerie con le zappe, con le pale e con tutto ciò che riescono a procurarsi; ciò che impressiona di più sono le grida disperate che si sentono in sottofondo.
La gestione dell’emergenza è caratterizzata da notevoli difficoltà e ritardi. I primi soccorsi risentono della totale mancanza di coordinamento: volontari, strutture regionali e autonomie locali si mobilitano spontaneamente senza aver avuto indicazioni e precisi obiettivi operativi dal Ministero dell’Interno.

Anche gli infermieri si mobilitano e persino alcune scuole infermieri sospendono le proprie attività e partono per la montagna irpina soprattutto al fine di raggiungere il luoghi isolati dove abitano solo persone anziane e malate.
Risulta ormai improcrastinabile la necessità di costruire un organico coordinamento dei soccorsi, che nel 1982 porterà alla nomina di Zamberletti quale Ministro per il Coordinamento della Protezione civile e all’istituzione del Dipartimento della Protezione civile.

Il 26 novembre in un messaggio televisivo il Presidente Pertini denuncia il ritardo dei soccorsi e le gravi mancanze nell’azione dello Stato. A un anno di distanza dal terremoto la Rai ne ricostruisce la vicenda in un’inchiesta “È una domenica sera di novembre” , con la regia di Lina Wertmuller e la consulenza di Domenico De Masi.


Per fronteggiare con maggiore efficacia le catastrofi che continuano a susseguirsi nel Paese, nel 1992 interverrà la Legge 225 che definisce e amplia le competenze del sistema di protezione civile: oltre al soccorso e alle attività volte al superamento dell’emergenza, vi include anche la previsione e la prevenzione.
Questo triste evento porterà così alla nascita di un sistema organizzato di Protezione Civle nel quale tante esperienze locali, in cui gli infermieri sono assolutamente impiegati, troveranno coordinamento


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