ODILIA D’AVELLA
Donna, suora, infermiera
Sono una donna, una suora, un’infermiera: tre ruoli che non sono opposti”
Odilia D’Avella ha contribuito in modo sostanziale alla definizione e allo sviluppo del ruolo degli infermieri a livello nazionale. Forte, combattiva e determinata ha fatto della sua vocazione per la cura dei più fragili e deboli una professione:
“Essere suora per me è stata una marcia in più, essere suora e infermiera si può coniugare bene, perché la suora si dona agli altri ma deve avere le competenze per farlo. È stato un buon connubio. Invece rispetto al ruolo politico qualche volta la mia comunità mi ha un po’ frenato però io sono andata avanti: ho cercato di far capire che non si poteva difendere l’infermiere e farlo diventare più competente senza avere un ruolo politico”.
Tra gli anni Ottanta e Novanta è stata presidente per tre mandati della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI in anni cruciali per la professione infermieristica dove favorisce processi di cambiamento e innovazione con un’attenzione anche all’aspetto della comunicazione:
“Quando ero presidente ho sempre ritenuto che la comunicazione fosse importante per far conoscere la professione in tutti i suoi aspetti e per far conoscere ai cittadini l’importanza della professione infermieristica”.
La formazione universitaria, il profilo professionale, la deontologia, l’impegno politico, la comunicazione: D’Avella ha con il suo operato dato una forte spinta per la nascita della Federazione così come la conosciamo oggi.
Storie di infermieri
GUARDA TUTTI I VIDEOCiò che mi piacerebbe dire a chi intraprende la carriera infermieristica,
oggi, è che fa uno dei lavori più belli del mondo perché è più in linea con i bisogni della gente di oggi
Edoardo Manzoni