FIORELLA LELLI
Infermiera in missione in Africa
Ero una giovane infermiera che voleva andare in missione. Non l’ho fatto per un eccesso di altruismo, era più un’esigenza mia di uguaglianza e di fraternità
Fiorella Lelli è un nome che risuona con dedizione e coraggio. L’infermiera italiana ha scelto di dedicare parte della sua esperienza professionale in missione in Africa, partendo nel 1969 per il Ciad dove sino al 1971 fu la responsabile del dispensario della città di Bam. Conosciuta per la sua incrollabile determinazione e la sua profonda empatia, Fiorella ha portato assistenza e speranza in contesti spesso difficili e privi di risorse.
«I due anni trascorsi a Bam [in Chad] tra il ‘69 e il ‘71 li ho sempre definiti come i più belli della mia vita, sia da un punto di vista professionale che personalmente. Professionalmente era un’attività praticamente senza orario, senza vacanze, però devo dire che – pur con tanta fatica – ho ricevuto molto da loro; personalmente perché la conoscenza di storie, di sofferenze, questa ricerca sempre della medicina mi aveva particolarmente coinvolto e poi l’incontro coi laici del Ciad, chi si occupava di agricoltura, chi di scuola, chi di dispensario, quindi era sempre un momento importante. Poi l’altra cosa che non posso dimenticare, che faceva parte di tutto questo, era la natura incontaminata: le albe, i tramonti, il silenzio, il vento del deserto, gli animali. Io in quel periodo ho goduto di tutto quello che l’Africa offriva a piene mani in termini di bellezza e quindi anche per quello il ricordo non può che essere più che positivo».
Le sue missioni l’hanno vista affrontare sfide sanitarie complesse, dalla gestione di epidemie alla cura di malattie endemiche, dalla formazione del personale locale all’assistenza diretta a migliaia di persone. Fiorella Lelli incarna l’essenza dell’impegno infermieristico senza confini, un esempio luminoso di come la professione possa trasformarsi in un potente strumento di solidarietà internazionale e di miglioramento delle condizioni di vita per le comunità più vulnerabili.
Storie di infermieri
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ROSiNA CORVI